AMARSI

 

L’amore mal tollera definizioni perché è illimitato…

L’articolo di seguito riportato è la trascrizione di un dialogo con Silvia Montefoschi in cui si parla della intersoggettività, quella vera, ovvero dell’amore nella sua pienezza.

S: l’intersoggettività è quando l’uno e l’altro, i due sono una sola persona, pur restando l’uno l’uno e l’altro l’altro, per cui il desiderio dell’uno non può che essere il desiderio dell’altro e io non posso desiderare di andare al cinema o, non so, leggere un libro. Io desidero essere con te e in te.

C’è ancora questo concetto di lasciare l’altro libero che è ancora la separazione dei due io.

Se sono veramente tutt’uno con l’altro, io non penso che alla relazione d’amore dove tu sei me io sono te… io non desidero altro che essere con l’altro: né andare al cinema, né leggere il libro e questo, che il mio desiderio cioè coincida con il tuo desiderio, sembra una astrattezza ma io lo dico sul piano concreto: se io amo l’altro, non desidero altro che stare con l’altro, se l’altro ama me, non desidera altro che stare con me.

E nell’intersoggettività non esiste neanche il dover fare qualcosa assieme come una necessità della relazione, per cui i due sono uniti facendo qualcosa insieme: che sia la passeggiata, il libro da leggere, la casa, il conto in banca, il figlio o dio, quale terzo mediatore che unisce i due. Perché nell’intersoggettività il terzo mediatore scompare, esiste la dualità in cui l’uno è appagato dell’esserci dell’altro e viceversa.

F:  ma allora l’amore è la vita, sono la stessa cosa…

S: la vita è: la presenza al cospetto della presenza nell’ è infinito. Non c’è un fare...è.    Non è: mangiamo, facciamo… queste cose si danno perchè si devono ancora dare perché così è.  La vita è.

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